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XVI FESTIVAL DELLA LETTERATURA MEDITERRANEA: ecco il programma

Programma ricco e multidisciplinare: poesia, arte urbana, rap, narrazioni e reportage. Dal 21 al 23 settembre 2018 a Lucera (Fg)

È stato presentato ufficialmente al Cineporto di Foggia il XVI Festival della Letteratura Mediterranea, che si terrà a Lucera dal 21 al 23 settembre. Un programma multidisciplinare e pensato per la comunità caratterizzerà la tre giorni, con performance poetiche, laboratori, contest di musica rap e arte urbana, incontri tra reporter ed esperti del mondo arabo, un reading teatrale.

Tutti gli appuntamenti saranno momenti di condivisione tra gli ospiti e ruoteranno intorno al tema “Segni di Ri-Conoscenza”.

«La scelta del tema è stata la naturale conseguenza dell’esperienza vissuta durante il festival dell’anno scorso, che ha visto la presenza di tanti ospiti giovani, tra i 30 e i 40 anni. Con loro ci siamo confrontati, condividendo vissuti e e pensieri. Quando sono ripartiti abbiamo avvertito una vera e propria mancanza. E abbiamo capito che quando hai la possibilità di stare con qualcuno che è diverso da te, questo muta il tuo essere», ha raccontato Maria Del Vecchio, responsabile della direzione artistica del Festival insieme ad Annarita Favilla.

«Riconoscersi significa imparare le diversità degli altri, conoscersi reciprocamente. Imparare a convivere con gli altri è un segno di una crescita culturale incredibile», ha spiegato la professoressa Patrizia Resta, ordinaria di Antropologia Culturale all’Università degli Studi di Foggia, con la quale il Festival ha avviato una collaborazione interessante che porterà il tema di questa edizione nelle scuole superiori di Lucera. «L’università si apre prestando enorme attenzione ai segni che vengono impressi sul territorio e che partono dal territorio» – ha sottolineato la professoressa, esortando gli organizzatori del Festival a continuare a fare politica culturale perché «la cultura é l’unica via per promuovere segni di riconoscenza dell’alterità».

A sostenere l’importanza di confrontarsi e parlare, per non far vincere l’odio, è stata anche Carolina Favilla, assessore alla Cultura del Comune di Lucera, che ha ringraziato gli organizzatori del Festival, diventato ormai un appuntamento imperdibile in città.

«Da qualche anno il Festival si è aperto alle diverse forme di arte e quest’anno merita un’attenzione particolare il contest dedicato all’Urban Art, che punta i riflettori sul palazzo di Sant’Anna, una struttura ubicata nel cuore della città, proprio accanto alla Cattedrale» ha affermato l’assessore Favilla.

Il contest, a cui è possibile partecipare entro il 13 settembre prende spunto dal tema del Dono. Ogni artista metterà a disposizione la propria arte per la città, donando così una piccola espressione di sé. Le opere saranno selezionate da una giuria composta da due degli street artist più interessanti al momento, VladyArt e Massimo Sirelli, e da una tra le maggiori esperte del mondo graffiti e arte urbana in Italia, Ivana De Innocentis, e diventeranno parte di un’installazione pubblica in piazza Duomo a Lucera proprio durante le giornate del Festival.

In programma per domenica 23 settembre alle 18.00 anche un focus dedicato proprio all’arte urbana con l’intervento degli artisti giurati.

L’altra grande novità dell’edizione 2018 è il contest di freestyle, in programma sabato 22 settembre a partire dalle 16.00, chiamato “RapSodo”, perché i rapsodi nella Grecia antica erano coloro che recitavano, cantandole a memoria, i versi delle poesie epiche.

L’idea di avvicinarsi al rap per conoscere meglio questo linguaggio parte già dalla precedente edizione, ma quest’anno la scelta degli organizzatori è stata proprio quella di dare un pezzetto del Festival ai protagonisti stessi di questa scena, che avranno un momento tutto loro per sfidarsi a suon di rime e beat freestyle in una vera e propria battle. A coordinare i lavori del contest è stato Jonathan Leone in arte Lee One, intervenuto in conferenza stampa.

Giurato speciale del contest sarà Kiave, rapper di origini cosentine molto stimato dai ragazzi, che oltre alla sua musica si dedica da anni anche a progetti culturali e di formazione e che chiuderà la serata di sabato 22 settembre con il Keep It Party (insieme a DJ Kerò e Vinz).

Quest’anno gli organizzatori del Festival hanno introdotto una “direzione artistica diffusa”, affidando due aree degli incontri a due esperti, che sono già stati ospiti del Festival negli anni scorsi e con i quali è nata una relazione costante e duratura. «Abbiamo capito che per noi era meglio concentrarci sul territorio, così abbiamo deciso di collaborare con persone più esperte e di rilievo nazionale», ha spiegato Maria Del Vecchio.

Paola Caridi – giornalista, scrittrice ed esperta del mondo arabo, ideatrice e coordinatrice (insieme a Lucia Sorbera) della sezione “Anime Arabe” al Salone Internazionale del Libro di Torino – è curatrice dell’incontro in programma domenica 23 settembre alle 19.00 in cui si parlerà delle possibili e più utili narrazioni delle migrazioni, attraverso le chiavi del reportage e dell’azione politica, con il giornalista Vittorio Longhi e l’europarlamentare Elly Schlein.

A cura di Valerio Millefoglie – scrittore e giornalista culturale, performer e musicista, ex rapper, firma d’interessantissimi reportage sul Venerdì della Repubblica e altre testate – sarà invece l’incontro a cavallo tra poesia, rap e traduzione letteraria in programma sabato 22 settembre alle 19.30 e che vedrà protagonisti il rapper Kiave, il poeta Marko Miladinovic e l’arabista Silvia Moresi.

Il XVI Festival della Letteratura Mediterranea si chiuderà domenica 23 settembre alle 21.30 con una lettura inedita dedicata a un intellettuale importantissimo e molto vicino ai temi di questo festival. Un reading teatrale che è soprattutto un tributo, portato in scena da un’attrice che lavora affrontando spesso temi civili e che avrebbero bisogno di più voce nel panorama culturale italiano: Isabella Ragonese darà voce a La frontiera di Alessandro Leogrande.

A caratterizzare le giornate del Festival della Letteratura Mediterranea sarà “Favuríte!”, il suggestivo rito di scambio del dono con gli ospiti di questa edizione. Un momento intimo e magico anche per il pubblico, che vuole far rivivere il ricordo di antiche tradizioni e invitare a riflettere su temi attuali e urgenti.

Al centro di tutti gli incontri ci sarà un tavolo unico e speciale costruito sulla base di un’opera del maestro Salvatore Lovaglio che s’intitola “Dare da bere agli assetati” ed è stata parte di una mostra collettiva del 2016 che raccoglieva rappresentazioni artistiche diverse delle 7 opere di misericordia corporali.

«Diverse volte mi sono chiesto a cosa serva l’arte, me lo chiedeva anche mio padre quando dipingevo. Con questa opera è accaduto qualcosa di diverso, perché con il ricavato è stato costruito un pozzo in Africa», ha raccontato il maestro Lovaglio che sabato 15 e domenica 16 settembre terrà un laboratorio per la costruzione di ciotole di cartapesta al Giardino degli Esempi.

L’opera del maestro appare in piccolo anche nel visual e nel video-promo del Festival.

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