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LA SPOSA NORMANNA di Carla Maria Russo. Recensione a cura di Nadilla Zubani

Autrice: Carla Maria Russo

Titolo: La sposa normanna

Edizione: Editore Piemme

Collana: Pickwick

Genere: Romanzo storico

Data di pubblicazione: 2004 ( prima pubblicazione), 2013 (seconda pubblicazione)

Pagine: 240

La sposa normanna è il primo romanzo pubblicato da Carla Maria Russo nel 2004. Se pensate di trovarvi davanti ad una biografia storica, vi sbagliate di grosso. L’autrice stessa spiega in molte interviste che il suo intento non è descrivere nella sua interezza la vita di determinati personaggi in un’epoca storica definita e precisa.

La scrittrice preferisce selezionare un unico episodio della vita del personaggio che l’ha colpita e ci costruisce un bellissimo racconto, che sia verosimile con ciò che viene storicamente tramandato. I suoi personaggi sono tutte donne che hanno fatto la storia, per un motivo o per l’altro.

Protagonista de La sposa normanna è Costanza d’Altavilla, che appartiene alla dinastia normanna che guida il regno di Sicilia. Costanza, bella, intelligente, raffinata e colta ha liberamente scelto di abbandonare tutto ed entrare in convento come suora di clausura.

Purtroppo nel novembre del 1185 la sua vita subisce un drastico cambiamento: Costanza viene obbligata da suo nipote Guglielmo II, gravemente malato e senza eredi, a sposare Enrico di Svevia, più giovane di lei di circa dieci anni.

Da quest’unione deve assolutamente nascere un erede maschio che porti avanti la dinastia normanna.

Costanza diviene quindi una pedina nelle mani di abili strateghi, come Gualtieri di Palearia, che tentano di manovrarla nel pericoloso gioco del potere. Il suo matrimonio con Enrico di Svevia, rozzo, violento e prepotente, non porta i frutti sperati e questo rende ancora più instabile l’equilibrio politico della penisola, tra regno normanno, Papato ed Enrico di Svevia.

I normanni , che riconoscono come loro sovrana Costanza ma non Enrico di Svevia, obbligano Tancredi d’Altavilla, nipote di Costanza, ad autoproclamarsi re.

Ma quando la situazione sembra sull’orlo del collasso, all’età di quarant’anni, Costanza rimane inspiegabilmente incinta. Con un parto pubblico a Jesi per dimostrare a tutti che il figlio è realmente frutto del suo grembo, la donna da alla luce Federico II. Il popolo normanno esulta per la nascita del legittimo erede.

Costanza e il piccolo Federico, che lei chiama in privato Costantino, giungono infine a Palermo.

Proprio nel palazzo appartenuto ai suoi avi, a Costanza viene strappato dalle braccia il figlio e mandato a Spoleto in attesa di essere riportato in Germania.

Enrico, fomentato da Gualtieri di Palearia, accusa sua moglie di alto tradimento per aver appoggiato i nobili normanni contro di lui e la condanna a morte.

Ma il destino sembra arridere alla neomamma: Enrico muore durante una battuta di caccia. Federico e Costanza si riuniscono e stabiliscono la loro dimora nella città siciliana. Libero dal giogo degli oppressori stranieri, il popolo normanno, devoto alla sua regina, sembra godere di un attimo di respiro.

Ma gli intrighi di palazzo non si fermano mai e nell’ombra qualcuno trama alle spalle di Costanza e Federico…

La sposa normanna è un romanzo che da molto a chi lo legge. Mai noioso o scontato, ha il suo punto di forza nella figura di Costanza. Strappata al suo mondo, costretta a trent’anni (quindi già considerata vecchia all’epoca) a sposare un diciannovenne che è il suo esatto opposto – e credetemi che in questo caso gli opposti non si attraggono per niente- , obbligata a vivere in Germania, tra estranei che mal la tollerano, consumata dal desiderio di diventare madre, non solo per salvare il regno ma per lei stessa.

Carla Maria Russo gioca la carta dell’empatia, dell’identificazione femminile con questa donna che né le avversità né gli uomini riescono a piegare.

Condividiamo con Costanza la gioia di essere madre ma anche l’umiliazione per essere costretta a rendere pubblico un evento così privato come la nascita del proprio figlio. L’altro aspetto fantastico de La sposa normanna è l’abilità dell’autrice nel descrivere il popolo di Palermo.

Il popolo di Palermo diviene di fatto un personaggio a tutti gli effetti.

Palermo ama Costanza fin quasi ad avere di lei una sorta di venerazione.

E proprio per questo ogni famiglia non esita a prendersi cura del piccolo Federico, ad allevarlo e ad aiutarlo, a nasconderlo e a proteggerlo nel momento del bisogno. Federico è di fatto il figlio del popolo e del suo popolo non si scorderà quando prenderà abilmente il potere a soli quattordici anni.

La sposa normanna è un libro scorrevole, a tratti perfino umoristico, in cui la Storia fa da sfondo alla vicenda personale di una donna davvero notevole.

Vi terrà avvinti e con il fiato sospeso fino alla fine, tra colpi di scena, sanguinose battaglie e duelli all’ultimo sangue.

Recensione a cura di Nadilla Zubani del blog www.datemiunam.it

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