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CANTO DI NATALE di Charles Dickens

Autore: Charles Dickens Titolo: Canto di Natale Titolo originale: A Christmas Carol Genere: Letteratura straniera Anno di pubblicazione: 1843 (in Italia nel 1888)

Il voto della Chri: 5 stelline

Come prima recensione non potevo non iniziare con questo libro dato il periodo appena trascorso. Infatti Il classico del mese di dicembre è proprio il "Canto di Natale" di Charles Dickens. Una favola per tutte le età, e per tutte le stagioni, perché, in fin dei conti, non dobbiamo essere buoni solo a Natale.

Il “Canto di Natale” di Dickens è un romanzo di critica verso la società in cui viveva, nonché una delle storie più emozionanti e famose sul Natale. Neve, freddo, il fascino e il degrado della Londra del 1843, in cui povertà, miseria, analfabetismo erano caratteristiche comuni.

Protagonista è l’avido Ebenezer Scrooge, (che in inglese significa tirchio) vecchio finanziere con un cuore arido che non crede alla magia del Natale, e non lascia spazio dentro sé per nessun gesto di carità, nemmeno la notte di Natale.

Il romanzo è suddiviso in cinque parti, e narra della conversione del protagonista, al quale, durante la notte di Natale si presenta il fantasma del suo defunto amico/socio Jacob Marley, morto sette anni prima, avvolto da catene alle cui estremità sono legate chiavi, scrigni e bauli come simbolo della sua vita passata. Il fantasma informa l’amico dell’imminente visita di tre spiriti che lo indurranno a cambiare vita: lo spirito del Natale Passato, lo spirito del Natale Presente e lo spirito del Natale Futuro, i quali mostreranno a Scrooge la sua vita passata, presente e futura portandolo a conoscenza di quello che pensano di lui le persone con le quali si confronta giornalmente, sottolineando sbagli, errori, superficialità nel giudicare le persone, i suoi atteggiamenti errati nei confronti della vita, dei conoscenti, degli estranei, l’assenza totale di umiltà e altruismo.

Inoltre a Scrooge viene mostrato il Natale di gente che, pur vivendo nella povertà, riesce a gioire delle piccole cose: un gruppo di minatori che intonano un canto di Natale attorno a un focolare, due guardiani di un faro che cantano e brindano, gente che prega e che rivolge i pensieri di pace ai propri cari. Scrooge, così, dopo la visita di questi spiriti, si ritrova nel suo letto. È la mattina di Natale. Quest’incontro cambierà il suo modo di approcciarsi alle persone, amplificherà il modo di “sentire” l’animo delle persone, il loro silenzio, le loro urla, le loro paure. Le loro speranze, spesso perse in quella nebbia, in quella Londra dell‘800.

Il romando di Dickens è l’incontro tra la tradizione del romanzo gotico e il genere fiabesco, una storia allegorica che scava dentro l’anima del lettore trasmettendo speranza. Tutti possono migliorare, modificare il proprio atteggiamento e alimentare il proprio spirito con valori nuovi, capaci di risanare i dolori dell’anima. Scrooge, che ha ricevuto pochissime attenzioni durante la sua infanzia, non è in grado di custodire e alimentare quel poco che gli è stato dato e pone la sua attenzione sul denaro, sul potere, sull’avidità, cercando di colmare un vuoto che fa male. Anche lui, però, riesce a cambiare. Riesce a vedere con gli occhi dell’innocenza la magia delle piccole cose, di quei gesti che arricchiscono l’animo. Infatti il protagonista riconoscerà i propri errori, l’egoismo che lo ha portato all’isolamento e alla perdita di persone che amava, e così cercherà di rimediare dando un senso più profondo alla propria vita.

Charles Dickens scrisse il “Canto di Natale” col desiderio di coinvolgere sia i grandi che i bambini, attraverso descrizioni commoventi, al fine di risvegliare sentimenti puri come l’amore e la tolleranza, il rispetto per gli altri e la capacità di apprezzare le piccole cose, non solo a Natale.

Un libro ricco di emozioni, di magia, di riflessioni!

Come in ogni racconto di Dickens, si ritorna bambini leggendo quelle descrizioni così dettagliate che inevitabilmente ci riportano a quella serenità quotidiana che solo le piccole cose riescono a donare: il sorriso dei genitori, un abbraccio confortante, l’odore della minestra calda, il calore dei gesti autentici che non potrà mai essere acquistato col denaro.

Ho dato 5 stelline a questo romanzo perchè credo che almeno una volta nella vita bisogna leggerlo. E' uno di quei romanzi che ti resta dentro e non va più via.

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